giovedì 6 novembre 2014

RECENSIONE SU "MANGIALIBRI"


Su "Mangialibri" Serena Calabrò ha recensito in modo molto positivo "L'undicesima". Ecco la recensione:
"Un vecchio muto è la guida scelta da un ragazzino di città. L’odio interraziale è il filo conduttore della storia di Giona, che riflette sulla miseria della condizione umana. Poi c’è la gelosia tragica e incontrollabile, che può condurre al più drammatico omicidio, quello dell’amante della propria moglie. L’elenco prosegue con la perversione, l’incomunicabilità, la follia cinematografica di un uomo fuori dal mondo e dal contesto, con una madre ingombrante. Perché non sacrificarla per appagare (?) in tranquillità il proprio piacere sessuale con un “allettante” pezzo di plastica dalle vaghe fattezze di una donna? E ancora, follia da cronaca nera: Ramon impara tragicamente che la vita non è noiosa come una trasmissione televisiva. Poi c’è la lotta antiglobalizzazione, e molto altro…  
Storie di uomini e donne di una Sicilia nascosta, arcaica e sconosciuta. Forse. Una Sicilia fatta di personalità sui generis e incomprensibili nella loro apparente assurdità mascherata da normalità. Personaggi che alludono  ai sentimenti più profondi e al tempo stesso a tratti infimi del nostro essere umani. Sono brevissimi racconti quelli de L’undicesima, antologia di Raimondo Raimondi. Brevi ma intensi. Una scrittura concisa, chiara e a tratti sconvolgente. Semplici battute per evidenziare quanto semplice e quanto folle possa essere l’uomo nella sua natura. Il lettore si pone davanti a situazioni in cui il più terribile degli epiloghi è dettato da motivazioni superficialmente quotidiane e quasi comprensibili. Il lato oscuro dell’uomo è parte integrante delle sue giornate, delle sue relazioni. Una lettura velocissima, alla rincorsa di quel “The End” che, dopo lo shock dei primi racconti, ci aspettiamo e, ahimè, gustiamo. L’antologia di Raimondo Raimondi potrebbe essere tranquillamente il gobbo di una trasmissione di approfondimento sulle ultime notizie di cronaca nera. Ci sconvolge? Forse solo all’inizio. Ed è qui che sta la tragedia. L’autore ci mette di fronte alla verità più terribile: la malvagità, il sangue, gli omicidi, i delitti non ci scalfiscono, anzi, siamo quasi riusciti a prevederli e a integrarli nello scorrere delle nostre vite quotidiane. E domani è un altro giorno."

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